Il diritto di critica del lavoratore, tra limiti condizionanti e prerogative di esercizio
Il diritto di critica del lavoratore, tra limiti condizionanti e prerogative di esercizio
di Paolo Patrizio
Diritto di critica del lavoratore quale espressione del diritto di manifestazione del pensiero
L’art. 21 della Costituzione riconosce a ogni cittadino il «diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione», rinvenendosi, in tal senso, nell’espressione critica, una particolare forma di manifestazione riflessiva, volta alla contestazione, anche aspra, dell’altrui condotta, nell’ambito del bilanciamento collettivo delle libertà dei consociati. Il diritto di manifestazione del pensiero e, quindi, anche di critica, è riconosciuto ai lavoratori dall’art. 1 dello Statuto dei lavoratori, a norma del quale questi «hanno diritto, nei luoghi dove prestano la loro opera, di manifestare liberamente il proprio pensiero, nel rispetto dei principi della Costituzione e delle norme della presente legge»