Le modalità attuative della concorrenza sleale

NT+Diritto – Il Sole 24 Ore

02 Ottobre 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

la QUESTIONE
Quali sono gli atti di concorrenza sleale disciplinati dal codice civile? In cosa consiste lo storno (illecito) di dipendenti e lo sviamento di clientela? Chi può compiere tali atti di concorrenza sleale? Quali sono le principali forme di tutela in sede giudiziale?

La concorrenza è un concetto che affonda le proprie radici nell’ambito del mercantilismo proprio della seconda metà del XVIII secolo, sostanzialmente volto, sin da allora, alla contrapposizione della naturale inclinazione…

Licenziamento del dirigente e conseguenze dell’ingiustificatezza del recesso

QuotidianoPiù – Giuffrè FLV

19 Settembre 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

In tema di licenziamento dei dirigenti, ante Legge Fornero, il termine di decadenza dell’impugnazione di cui all’art. 6 Legge 604/66 non si applica alle ipotesi di ingiustificatezza convenzionale del recesso, cui consegue la tutela meramente risarcitoria dell’indennità supplementare.
Con sentenza n. 26532 del 14 settembre 2023 la Suprema Corte di Cassazione interviene a dirimere una vicenda dagli interessanti profili dogmatici, in riferimento alla questione delle conseguenze connesse alla ingiustificatezza del recesso dal rapporto dirigenziale ed al criterio interpretativo del concetto di “invalidità” di cui alla legge n. 183 del 2010, art. 32 (meglio nota come Collegato lavoro), in relazione al termine decadenziale di cui all’art. 6 Legge 604/66.

Licenziamento ritorsivo ed intento esclusivo

QuotidianoPiù – Giuffrè FLV

14 Settembre 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

In caso di allegazione, da parte del lavoratore, del carattere ritorsivo del licenziamento comminato occorre che, per accordare la tutela che l’ordinamento riconosce, l’intento datoriale abbia avuto efficacia determinativa esclusiva della volontà di recedere dal rapporto di lavoro, anche rispetto ad altri fatti rilevanti ai fini della configurazione di una giusta causa o di un giustificato motivo di recesso. L’esclusività sta a significare che il motivo illecito può concorrere con un motivo lecito, ma solo nel senso che quest’ultimo sia stato formalmente addotto, ma non sussistente nel riscontro giudiziale.

Premio aziendale di rendimento

QuotidianoPiù – Giuffrè FLV

09 Settembre 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

Il premio aziendale di rendimento ha natura accessoria ed incentivante e spetta al datore di lavoro di decidere se e con quali modalità erogarlo in caso di raggiungimento dell’obiettivo programmato. L’applicazione letterale delle previsioni pattizie consente la corretta ricostruzione dell’intenzione dei contraenti. Lo prevede la Cassazione con la pronuncia n. 25655 del 4 settembre 2023.

Con la pronuncia n. 25655 del 4 settembre 2023 la Suprema Corte interviene a dirimere la vicenda originata dalla proposizione di un ricorso per decreto ingiuntivo da parte di un dipendente di un istituto di credito.

Il lavoratore ricorrente, in particolare, aveva agito in sede monitoria per ottenere il pagamento del premio aziendale di rendimento (PAR), in ossequio a quanto disposto dall’art. 44 CCNL per i quadri direttivi e per il personale delle aree professionali dipendenti dalle imprese creditizie, finanziarie e strumentali e dall’art. 24 del Contratto integrativo aziendale applicato al rapporto di lavoro.

Lavoro straordinario – Scheda d’autore

MementoPiù – Giuffrè FLV

04 Settembre 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

Per lavoro straordinario si intende la prestazione resa oltre il normale orario di lavoro, che viene di norma fissato dalla legge in 40 ore settimanali, se pur con la possibilità, riservata alla contrattazione collettiva, di definirne una durata inferiore. Il lavoro straordinario deve essere adeguatamente compensato mediante la corresponsione di una maggiorazione retributiva o la concessione di riposi compensativi, nel rispetto dei limiti e delle previsioni regolatrici della materia.

Inquadramento

Il lavoro straordinario rinviene il proprio addentellato normativo nel disposto del D.Lgs. 66/2003, che rappresenta il principale dettato legislativo di riferimento in materia, in simultanea attuazione e recepimento delle Dir. CE 2000/34 e 93/104/CE concernenti l’organizzazione dell’orario lavorativo sia nel settore pubblico che in quello privato.

Le regole di ingaggio che governano l’andamento del mercato del lavoro al giorno d’oggi impongono, invero, con sempre più frequenza, la necessità di ricorrere a forme di lavoro quanto più flessibili, per meglio adattare le esigenze della produzione lavorativa ad un modello di richiesta e offerta in costante mutamento.

Nondimeno, viene in speculare rilievo la necessità di operare un adeguato bilanciamento tra le istanze di maggiorazione produttiva e la tutela dei diritti dei lavoratori, in termini di compensazione retributiva e salvaguardia del…

Licenziamento disciplinare e condotte punibili con sanzione conservativa

QuotidianoPiù – Giuffrè FLV

17 Agosto 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

Nel licenziamento disciplinare il Giudice, al fine di individuare la tutela applicabile, procede all’attuazione del principio di proporzionalità mediante valutazione di possibile sussunzione della condotta addebitata tra le ipotesi punite con sanzioni conservative dalla fonte regolatrice.
Con la pronuncia n. 23425 del 1° agosto 2023 la Suprema Corte ci consegna una interessante spunto di riflessione in tema di licenziamento per giusta causa, con particolare riferimento alla tematica della valutazione di proporzionalità e della interpretazione estensiva delle clausole di fonte pattizia.

La disciplina del demansionamento tra condizioni di legittimità e profili risarcitori

MementoPiù – Giuffrè FLV

14 Agosto 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

Il demansionamento è disciplinato dall’art. 2103 c.c., che regola le ipotesi di mobilità prestazionale del lavoratore rispetto a quanto previsto in sede di assunzione, disciplinandone l’attuazione in senso ascendente, discendente o orizzontale. Perché possa parlarsi di dequalificazione professionale è necessario che l’assegnazione al lavoratore di mansioni diverse rispetto a quelle stabilite al momento dell’assunzione datoriale sia attuato al di fuori della cornice normativa indicata, risolvendosi in un danno del lavoratore giudizialmente apprezzabile, rilevabile quando l’illegittima attribuzione di mansioni inferiori determina l’insorgenza di una serie di conseguenze dannose, sia di natura patrimoniale che non patrimoniale a carico del lavoratore.

L’attribuzione di mansioni

Nel nostro ordinamento, per prestatore di lavoro subordinato si intende colui che si obbliga, mediante retribuzione, a collaborare nell’impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell’imprenditore, come sancito nel disposto dell’art. 2094 c.c.

La messa a disposizione delle proprie energie lavorative viene concretizzata, da parte datoriale, mediante l’adibizione del prestatore allo svolgimento di determinate mansioni, così da consentire l’esplicazione e l’attuazione di quel bagaglio di competenze e professionalità di cui il lavoratore è solitamente portatore.

Vi è, infatti, un interesse collettivo a che il patrimonio di nozioni, di esperienza e perizia acquisita dal lavoratore nell’esercizio dell’attività venga opportunamente impiegato nell’assetto produttivo dell’impresa, tanto che il legislatore ne ha…

La falsa attestazione della presenza giustifica il licenziamento

QuotidianoPiù – Giuffrè FLV

03 Agosto 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

L’assenza intermedia dal luogo di lavoro fra le timbrature di entrata ed uscita giustifica il licenziamento per falsa attestazione della presenza in servizio. Né può acquisire efficacia di giudicato in sede disciplinare la sentenza di non luogo a procedere per insussistenza del fatto, perché non rientrante nella categoria di cui all’art. 653 c.p.p.

Il mancato rispetto datoriale degli obblighi informativi costituisce condotta antisindacale

QuotidianoPiù – Giuffrè FLV

26 Luglio 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

È antisindacale la condotta del datore di lavoro che omette di adempiere all’obbligo di comunicare alle OO.SS. le informazioni di cui all’art. 26, d.l. n. 48/2023 convertito in l. n. 85/2023 (e già previsti dall’art. 1-bis del d.lgs. n. 1526/1997, come novellato dal d.lgs. n. 104/2022), in relazione all’utilizzo di sistemi integralmente automatizzati e non coperti da segreto industriale e commerciale. La legittimazione attiva nel procedimento di repressione della condotta antisindacale ex art. 28 St. Lav. spetta agli organismi locali delle associazioni sindacali nazionali che vi abbiano interesse e la competenza territoriale a decidere della vicenda appartiene al Giudice del luogo di commissione del comportamento denunciato e non già a quello del luogo in cui tale comportamento è stato deliberato.

Trasferimento del lavoratore caregiver: prevale la sede di prossimità

QuotidianoPiù – Giuffrè FLV

26 Luglio 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

Il diritto del lavoratore che assiste un disabile grave di scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio può essere esercitato oltre che al momento dell’assunzione, anche nel corso del rapporto di lavoro. Così la Cassazione, nella sentenza n. 21627 del 20 luglio 2023.